Pubblicato Lunedì 1 marzo 2021

Per forza sotto lo stesso tetto

Occasione per riprovarci o pericolo di scoppiare.
E in mezzo possono esserci i bambini...

Per forza sotto lo stesso tetto

Il Covid ha bloccato molto della nostra vita e spesso lo ha fatto per passi molto importanti, come la decisione di fare investimenti, cambiare lavoro, di convivere o di sposarsi, ma anche di separarsi o divorziare.
Rispetto al rischio di perdere la salute dentro ad una situazione di emergenza sanitaria, tanti "fatt quotidiani" sono rimasti come sospesi, sia per rallentamenti burocratici sia per la decisione di rimandare certe decisioni e certi passi a periodi più "tranquilli".

Il risultato? Il prolungamento di situazioni che in periodi "normali" si sarebbero già superate.
Durante questo ultimo anno molte persone si sono viste "costrette" a protrarre la convivenza con il proprio partner (o altri membri della famiglia) oltre il tempo che avevo progettato o comunque oltre le proprie intenzioni, bisogni e desideri.

Da marzo scorso siamo come in una bolla, che solo a tratti si è dipanata. E ora ci siamo ancora dentro, sebbene non siamo nella situazione di "lock-down" di un anno fa. Il punto è che abbiamo un anno intero di restrizioni e limitazioni sulle spalle.
E che tutto questo ha portato cambiamenti nella nostra vita, spesso nel senso di un peggioramento economico, e non di rado anche di uno stato emotivo negativo, intriso di preoccupazione, delusioni e incertezze.

Molte persone hanno deciso di rimanere insieme sotto lo stesso tetto per non aumentare le spese quotidiane, perchè magari si sono anche ridotte le entrate o la sicurezza di una stabilità economica.
E' probabile che per molti questa sia stata una buona occasione per "riprovarci" e magari si sono allentate tensioni e problemi che in passato sembravano insuperabili. L'unione fa la forza si dice, soprattutto nelle difficoltà, e per un certo numero di famiglie o coppie sarà stato così.

Ma per molti non lo è stato. Non è una novità che ci sono rapporti di coppia giunti al limite (e alcuni purtroppo lo hanno anche superato sfociando in episodi di violenza) con una grande sofferenza emotiva da parte di entrambi. Questo vale anche per quelle situazioni domestiche in cui ci sono dei figli, che in questo periodo trascorrono più tempo a casa (come anche spesso i genitori!).

La convivenza è una magnifica esperienza e la famiglia è di certo un elemento fondamentale della società ma può essere anche paragonabile ad una "bomba ad orolegeria" pronta a scoppiare in qualsiasi momento  se all'interno vi sono tensioni crescenti e prolungate nel tempo.

Spesso in un vero e proprio campo di forze avverse ci sono i più piccoli, i nostri figli. Nonostante l'impegno dei genitori (o di chi ne fa le veci) di creare e mantenere un clima sereno, sappiamo bene che sovente non accade originando litigi, anche violenti, che possono essere all'ordine del giorno.

Non è necessario arrivare alla violenza fisica (che è gravissima) per fare violenza a noi stessi (in continua tensione emotiva), al nostro partner e ai nsotri bambini e ragazzi. La violenza verbale, le offese, le occhiate di gelo, l'indifferenza, i silenzi tesi o le discussioni infinite.
Sono tutti episodi che concorrono a trasformare in inferno la vita familiare.

I più piccoli a volte gridano il loro disagio, la loro sofferenza, ma altre volte non lo fanno. Possono rimanere in silenzio sui loro libri o con i loro giacattoli, e soffrire dentro enormememente. Possono fingere di essere tranquilli per non ferire i genitori che litigano continuamente e che soffrono. Per non farli preoccupare possono fingere anche la gioia.

I bambini colgono sempre la tensione e la sofferenza e se non ce lo fanno vedere è perchè adottano degli strumenti di "sopravvivenza" per sè e di "protezione" verso i propri genitori o fratelli maggiori, o altri membri della famiglia. Noi cerchiamo di proteggere loro ma spesso anche loro cercando di proteggere noi adulti.

Per questo, e per tante altre ragioni, non è affatto il caso di prolungare nel tempo situazioni di conflitto familiare. Non significa che occorre subito separarsi ma iniziare a riflettere su quanto sta accadendo e provare a studiare delle possibili soluzioni vivendo nel frattempo in un clima meno teso e più sereno.
Per questo a volte è necessario rivolgersi a degli esperti che possono dare un aiuto, o semplicemente dei consigli.
E' importante che la coppia, la famiglia, o ogni altro gruppo convivente, non pensi che l'unica soluzione sia portare il conflitto all'estremo o che questo, senza cambiare nella nel proprio atteggiamento, si risolverà da solo.

Le soluzioni si possono costruire insieme e non c'è niente di male se a volte, per un tratto di strada, occorre farsi aiutare da figure esterne alla famiglia.
Possono essere teraputi per la coppia o per la famiglia, oppure esperti in mediazione.
Chiedere aiuto è sempre un buon primo passo.

Concludiamo con alcuni dati tratti dal rapporto ISTAT:
Calo di matrimoni, unioci civili, separazioni e divorzi, è la situazione che emerge per il 2020 se confrontato con il 2019. Lo dice l'Istat nel report intitolato "Matrimoni
, unioni civili, separazioni e divorzi". La prima parte dell'anno vede un calo marcato ma è nel secondo semestre che si assiste ad un vero e proprio crollo.
Si legge nel report: «proprio per via delle pesanti restrizioni relative alla celebrazione dei matrimoni religiosi durante il lockdown, così come per quelle finalizzate a ridurre gli eventi di stato civile che hanno luogo nei Comuni: matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi».
Parliamo di una diminuizione rispetto al secondo trimestre 2019 di circa l'80% per i matrimoni, e di circa 60% per le unioni civili e le separazioni o divorzi consensuali in tribunali e comuni.
E' invece del 40% e del 49% il calo delle separazioni e dei divorzi giudiziali.

    [Per informazioni sui servizi di sostegno psicologico e mediazione familiare: 0541 24822 - segreteria@centroarborvitae.it
    Il Centro ha sede a Rimini, Savignano sul Rubicone e Riccione]

    Ti potrebbe interessare

    close