Pubblicato Lunedì 8 marzo 2021

Quando l'autostima arriva dai like

Dipendenza da social: un pericolo reale che riguarda tutti

Quando l'autostima arriva dai like

Emergenza social - in primis per bambini e ragazzi - non è la prima volta che si lancia questo allarme.

Spesso il pericolo dei social si concretizza in danno verso noi stessi senza che ci sia una terza persona che volontariamente voglia farci del male. Dipende quindi dall'uso che ne facciamo e soprattutto dal "quanto" li usiamo.

Oggi ci concentriamo sull'uso che ne fanno i più giovani. Si stima che a 10 anni la maggior parte dei bambini possieda già uno smartphone ma spesso ciò accade prima, e se non lo posseggono ne hanno comunque un accesso libero o poco "controllato".

Il risultato? Tante ore al giorno trascorse in un mondo virtuale, un mondo che nasce da quello reale ma in cui si innescano meccanismi che si distaccano dalla realtà.

Il tempo trascorso sul web è aumentato soprattutto in conseguenza alla pandemia, in cui molti bambini e ragazzi hanno trascorso molto più tempo in casa e si sono "disabituati" alle classiche e sane attività, agli hobby da svolgere all'aria aperta e alle modalità relazionali e sociali. La pandemia ha costretto a ridurre notevolmente l'interazione tra i giovani e i giovanissimi che stanno trovando nei social (e nel web in generale) una sorta di surrogato dei rapporti personali.

Il pericolo più diffuso e che spesso si concretizza è la dipendenza da social, che naturalmente riguarda anche gli adulti.

Da un punto di vista neurobiologico la dipendenza è dovuta alla produzione di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere che nel caso dei social viene "solleticato" dall'arrivo di "like" e altro genere di interazioni, più o meno immediate. Ciò provoca piacere e quindi la ricerca continua di esso, facendo aumentare il desiderio di utilizzo dei social.

Il meccanismo per cui si possono ottenere consensi e approvazione in tempi brevissimi da un numero di persone potenzialmente enorme, agisce sulla percezione della nostra autostima: più "mi piace" abbiamo, più piacciamo, più ci piacciamo.

Questa autostima però non aumenta per via di una crescita e di una maturazione personale, ma attraverso una forma di giudizio esterno.
Più gli altri ci danno dei "like" più noi valiamo, se i "like" non arrivano iniziamo a cadere in un buco nero di insicurezza e frustrazione. 

Naturalmente il meccanismo della dipendenza non scatta sempre e può essere di diversa intensità, oltre a dipendere da molte variabili (personali, familiari) ma è un rischio reale.

Si tratta di una sorta di labirinto on-line da cui a volte non si riesce ad uscire, e nemmeno noi adulti riusciamo a fornire la giusta strada.
Spesso perché noi stessi ci siamo dentro, spesso perché non riusciamo a trovare la giusta chiave di comunicazione con i nostri figli (o nipoti, o fratellini, dipende dal contesto) trasmettendo il loro reale valore, a prescindere dai "like" che la rete dispensa.

Armati di buone intenzioni spesso noi non ce la facciamo.
Per questa ragione il campo della dipendenza da social (con tutte le implicazioni che si porta dietro) è tra i più studiati in ambito psicologico.
Molti professionisti dedicano il loro lavoro ad accompagnare le persone, di ogni età, fuori da un tunnel che inizialmente sembrava un bel sentiro panoramico.

Per qualsiasi informazione riguardo al sostegno psicologico "fuori dalla dipendenza da web" potete contattare la segreteria: 0541 24822 - segreteria@centroarborvitae.it
Sedi a Rimini, Savignano, Riccione. Consulti in presenza e anche on-line.

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