Pubblicato Lunedì 3 aprile 2023

Pasqua e primavera come condizione interiore

Impariamo l'amore, la pazienza e la gratitudine verso noi stessi.

Pasqua e primavera come condizione interiore

Una nuova Pasqua sta per accoglierci e si sa, Natale e Pasqua, non solo per motivi religiosi, sono periodi decisivi dell’anno. In primavera, infatti, viviamo una sensazione attinente, ma per certi versi opposta, a quella provata nei primi giorni di gennaio: così come nel mese di gennaio abbiamo, con risolutezza e fiducia, definito i nostri obiettivi di vita, con l’arrivo della stagione, che per eccellenza esprime la ri-nascita hic et nunc, avvertiamo il bisogno di portare a termine, di tirare le somme, di essere diventati ciò che ci eravamo immaginati. 

Da sempre, la primavera è sinonimo di risveglio e prosperità per la natura, ma anche per noi esseri umani. Con il suo arrivo ci sentiamo colmi di vitalità, più sereni, la voglia di fare ritorna e porta con sé un inaspettato e incontenibile desiderio d'amore e di vita. È il momento in cui ci si sente carichi, pronti a portare a termine sfide e impegni, pronti ad accogliere le temperature miti, il calore del sole e la possibilità di vivere più tempo all’aria aperta; le giornate che si allungano, quasi come volessero regalarci più tempo per organizzare e compiere al meglio i nostri passi futuri. È il momento in cui ci si prende più cura di sé, ci si rimette in forma in vita della stagione estiva e si lascia andare tutto ciò che non serve più.

Questa condizione mette spesso a nostra disposizione una grande forza di volontà per compiere gli ultimi, i più difficili e impegnativi, passi verso il traguardo finale, prima che il calore del sole estivo ci inebri di frivola ma, indispensabile, euforia. Chissà, forse si tratta di un condizionamento scolastico diventato parte di noi: le ultime interrogazioni, gli ultimi esami prima delle vacanze in cui mettiamo in campo anche le riserve.

Non è, però, sempre tutto rose e fiori. Purtroppo a volte la vita che s’impone così intensamente, ricordandoci il rapido scorrere del tempo, ci manda in tilt. 
Ansia, disturbi del sonno, preoccupazioni, senso di insoddisfazione, ci rendono irritabili, stanchi e ci abbassano inevitabilmente il tono dell’umore. E ciò non dipende da quanti obiettivi, prefissati nei mesi o negli anni passati, abbiamo raggiunto, ma, bensì, da quanto pretendiamo da noi stessi e come ci giudichiamo. 

Siamo stati abbastanza bravi? Se non riusciamo a rispondere in modo affermativo, potremmo sentirci frustrati. 

Sia ben chiaro che è importante mettere in atto cambiamenti. È fondamentale per la nostra autostima, così come per la nostra evoluzione umana e spirituale. Siamo fatti di sogni, ambizioni, desideri, bisogni, e per raggiungerli, soddisfarli, creiamo piani, strategie, seguiamo corsi, viaggiamo: è proprio la difficoltà di realizzazione che dipinge, con i puntini di ogni attimo speso in funzione di essa, la vita. 

Ma, come abbiamo detto, non è tutto lineare, non stiamo scrivendo la sceneggiatura di un film motivazionale. La vita, quella reale, è fatta anche di altro e molto spesso ce ne dimentichiamo, diventando eccessivamente duri ed esigenti con noi stessi. Ci sono momenti in cui ci sentiamo più energici, altri in cui ci sentiamo stanchi e spossati; giorni in cui ci sentiamo vincenti, speranzosi e carichi e giorni "no", o addirittura periodi "no". Giorni in cui tutto va per il verso giusto e giorni in cui nulla va come vorremmo. E' del tutto normale. E' l'alternarsi costante e incessante della vita, che ci travolge nella sua più totale bellezza, ma anche inevitabilità e imprevedibilità.

Abbiamo rubato tempo ai nostri obiettivi? No. Stiamo vivendo. E quei sensi di colpa, che poi in primavera si trasformano in una serie di disturbi debilitanti, sono frutto di una percezione errata di noi stessi, perché siamo troppo esigenti.

Impariamo, quindi, a perdonarci. Prendiamoci il tempo, non paragoniamo la nostra situazione a quella di altre persone, perché noi siamo unici, con modalità che ci contraddistinguono, vissuti diversi, emozioni e bisogni che delineano un percorso deve essere composto anche di spazi, di comprensione e delicatezza verso noi stessi.

Respiriamocela tutta questa Pasqua. Sapientemente, con la consapevolezza che ovunque arriveremo o non arriveremo, dobbiamo sempre essere grati a noi stessi, perchè abbiamo fatto del nostro meglio, in relazione al periodo della vita che stiamo attraversando e che noi e solo noi possiamo "provare", "sentire" e quindi comprendere.

E sorpattutto..siamo certi di avere sempre il desiderio di abbracciarci. 

Felice Pasqua a tutti voi da Arbor Vitae!

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