Pubblicato Mercoledì 2 giugno 2021

Come stanno le nostre emozioni?

Il sorriso esiste ancora o abbiamo smesso di usarlo?

Come stanno le nostre emozioni?

Se potessimo chiedere alle nostre emozioni come si sentono, cosa ci risponderebbero?
Se potessimo parlare con loro come si fa con ospiti o con amici: cosa ci direbbero? 

Com'è quel sorriso che abbiamo cercato di mantenere con tutto noi stessi dietro i dispositivi di sicurezza?
E' ancora lì? E' reale o è diventavo una sorta di paresi nascosta? Oppure, non lo "usiamo" da tempo perchè tanto in pochi possono vederlo?

Queste domande, volutamente un po' provocatorie ed ironiche, vogliono aprire una riflessione sullo stato di salute delle nostre emozioni, soprattutto in riferimento alle relazioni della nostra vita.

Ora che la situazione inizia a "distendersi" un pochino, complice anche il clima caldo in arrivo, come ci sentiamo ad interagire un po' di più con gli altri?
E' vero, sono in vigore ancora alcune restrizioni e la mascherina fa ancora parte del nostro quotidiano, ma, se tutto andrà bene, queste restrizioni hanno i giorni contati. Ce lo auguriamo davvero...

Come ci sentiamo? Siamo di quelli che allargano il giro di alcuni metri quando incrociano un'altra persona o procediamo fiduciosi dritti per la nostra strada contenti di poterla condividere?

Avvicinarci agli altri, anche fisicamente, ci spaventa? Proviamo disagio nel mostrare il nostro volto? 

Sentiamo la mancanza dei sorrisi a viso aperto delle persone, delle loro esperessioni facciali nella loro completezza, oppure no?
Risposte precise a questo lungo carosello di domande non esistono, ma di certo è importante cercare di continuare a coltivare l'entusiasmo dell'incontro col prossimo.

Pensare che questo ultimo periodo non costituisce una situazione permanente è qualcosa che può aiutarci a tornare alla vita sociale, al tuffo nel mare dell'umanità che in questi mesi ha rischiato di diventare un mosaico di isole "sole e spaventate".

Ricordiamoci che le difficoltà si superano e si possono lasciare alle spalle proseguendo la nostra strada.
Siamo consapevoli che questa epidemia e lo stato di emergenza (lungo) che ne è seguito (e che è ancora in vigore anche se in modo meno pesante) ha scaturito in noi (in molti casi), e in coloro che ci circondano, effetti che vanno ben oltre la "minaccia fisica".

In noi ci sono state ripercussioni nella sfera emozionale e relazionale che forse ci hanno cambiato per sempre: non combattiamo questo cambiamento perchè non possiamo spingere il pulsante "cancella" ma possiamo imparare da esso.

Come? Trasformando la paura del contatto con l'altro in voglia di conoscerlo davvero, il timore di ammalarci in maggiore cura di noi stessi, magari con uno stile di vita più salutare. E in tanti altri modi che possiamo scoprire ascoltando noi stessi...

Non perdiamo l'occasione d'imparare dai nostri stravolgimenti interiori.
E' tempo di ritrovarci, anche dopo il "disastro", di ricostruire e ripartire insieme, oltre la paura e i suoi mille strascichi.


Informazioni:
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