Pubblicato Lunedì 4 gennaio 2021

Arriva la Befana: antichi passi che si sentono nel cuore

Epifania, tempo di doni, attesa e sorpresa

Arriva la Befana: antichi passi che si sentono nel cuore

Oggi vogliamo parlare di lei: la Befana, arriva infondo alle feste natalizie, arriva silenziosa e discreta a intrufolarsi nelle case di adulti e bambini tronfi di pranzi e cenoni, pieni già di pacchi e doni portati dal suo "parente" più famoso e atteso: Babbo Natale.
Eppure la Befana non si arrende, non si avvilisce, parte lo stesso a cavallo della sua scopa a portare i suoi regali ai bambini del mondo: per tradizione sono doni più piccoli, più semplici, quelli che stanno dentro ad una calzetta.

Si rinnova, come per Natale, il tempo dell'attesa. Si appendono le calze al camino o in altro luogo della casa, e si va a dormire fiduciosi che l'anziana magica signora, passerà a lasciare doni... o carbone, se non siamo stati buoni!
In passato nelle calze si mettevano frutta e semplici dolci, e, se il bambino aveva fatto troppi "capricci", poteva ritrovarsi anche del carbone o dei pezzi di legno. Le tradizioni cambiano a seconda dei luoghi, ma le linee generali sono queste.

Col passare del tempo, dell'accendersi dell'aspetto consumistico e con il cambiamento delle dinamiche familiari, dentro la calzetta il carbone è diventato "dolce", mangiabile... e spesso i doni sono troppo grossi per stare dentro le calze, oppure, anche se piccoli, sono alquando costosi.

Tutto questo ha fatto perdere il senso dell'attesa e della sorpresa? Ha fatto perdere il gusto di fermarsi in silenzio nella notte cercando di ascoltare i passi della Befana che arriva? Ha fatto sbiadire la nostra vista mentre cerchiamo di scorgerla nella notte sopra i tetti?
In tante case non è così: la magìa dell'attesa dell'anziana signora, tutta rattoppata sulla sua scopa volante, è ancora presente, così come l'attesa per il scintillante arrivo di Babbo Natale sul carro trainato da renne volanti.
Vogliamo poi dimenticare il grande messaggio della Befana: donare anche quando si ha poco da dare? Non dimentichiamo che stiamo parlando di una persona anziana e povera che trova forza e coraggio per partire e donare ciò che ha ai bambini di tutto il mondo.

Il senso del mistero, dell'attesa fiduciosa di qualcosa di magico, del dare valore a piccole cose donate, sono ancora vivi in noi, sono come semi che rimangono nel nostro cuore e che fioriscono se diamo loro spazio, luce, attenzione.
Sono ancora presenti negli adulti e nel loro sforzo di trasmettere questi valori antichi ai figli, e sono presenti più che mai nei bambini, perhè ancora ben incastonati nella loro sostanza di bimbi!

Allora che questa Epifania (che ha religiosa origine nella visita dei magi a Gesù bambino), sia l'ultima festa natalizia che ci porti proprio a dare valore a ciò che è piccolo, semplice, ultimo... al di là delle differenze di tradizione religiosa o di ogni altra differenza, perchè dentro di noi c'è la stessa candela accesa nella notte.
Siamo naturalmente portati a questo, dobbiamo solo non dimenticarlo.

E con un pizzico di magìa e simpatia vi salutiamo condividendo questa filastrocca:

Accadde alla Befana
Mentre andava la befana
nella casa di un bambino,
s'impigliò con la sottana
sopra il bordo del camino.

Per lo strappo il grosso sacco
le sfuggì, cadde di sotto,
non restò nemmeno un pacco
che non fosse tutto rotto.

"Che disastro, che disdetta"
sotto il cielo cupo e bigio,
mormorava la vecchietta.
"Ci vorrebbe un bel prodigio".

Poi, facendo un gran sorriso,
verso il cielo volse gli occhi
ed il sacco, all'improvviso,
fu ancor pieno di balocchi.

"Che un bambino attenda invano
non sia mai, parola mia"
disse la befana, piano.
Poi riprese la sua via.

[Maria Loretta Giraldo]

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