Pubblicato Martedì 26 marzo 2024

SOS bassa autostima nei bambini: l’importanza di una genitorialità consapevole

Ce ne parla la Dott.ssa Chiara Sapucci

SOS bassa autostima nei bambini: l’importanza di una genitorialità consapevole
Quando parliamo di autostima, parliamo del grado in cui ci percepiamo in relazione ai propri pregi, limiti, valori, convinzioni.

È un aspetto che ha a che fare con l’immagine che ciascuno di noi ha, rispetto a se stesso.

La costruzione dell’autostima ha origini molto lontane, ancor prima della nascita.

Inizia già dalle prime esperienze che il bambino fa nel grembo materno, periodo durante il quale il suo sistema nervoso ha ampie capacità sensoriali e di apprendimento.

In questo periodo sensibile, l’ambiente in cui il bambino è immerso è fondamentale in quanto, (come sostiene il dottor Verny, psichiatra prenatale e perinatale), il condizionamento ha inizio non dopo la nascita, ma PRIMA.

 “Al di là di ogni dubbio, i genitori hanno un influsso enorme sulle caratteristiche mentali e fisiche dei figli che allevano” (Verny e Kelly, 1981)

Alla nascita, il bambino è esposto ad una enorme quantità di informazioni che deve elaborare e immagazzinare per svilupparsi nel suo ambiente.

Questo significa che tutto ciò che osserva e apprende nei primi anni di vita, viene trasmesso direttamente nella propria memoria subconscia.

Il comportamento e le convinzioni dei genitori, getteranno quindi delle basi profonde sullo sviluppo delle credenze e della personalità del bambino.

Nelle prime fasi di vita del bambino però, la sua mente, non è ancora abbastanza sviluppata da riuscire a distinguere la motivazione di certi comportamenti o parole che vive nel proprio ambiente.

Programma semplicemente le esperienze a livello non consapevole, e le userà come costruzione della propria personalità.

Consideriamo ora il peso che, i commenti e i giudizi negativi dei genitori, hanno sullo sviluppo dell’autostima del bambino.

Frasi come “sei uno stupido”, “mi fai sempre arrabbiare”, “non ti meriti nulla”, “sei piccolo” etc… possono essere registrati e presi come verità assoluta dal bambino, che non è ancora in grado di capire che possono essere dettate da un semplice sfogo o da un momento di difficoltà passeggero.

Gli anni passano e crescendo queste frasi diventeranno parte del sé del bambino che, con molta probabilità, inizierà a valutarsi, etichettarsi e comportarsi come gli suggerisce ciò che ha registrato dal suo ambiente.

Negli anni di lavoro con bambini e genitori, ciò che ho potuto sperimentare è che la maggior parte di tutti quei ragazzi etichettati come “timidi”, “insicuri” in realtà sono semplicemente bloccati a quella credenza.

L’aspetto positivo è che non tutto è già predeterminato, ma ci vuole tanta consapevolezza e i giusti strumenti per far sì che tutte queste false credenze vengano riprogrammate.

Ciò che ho a cuore come esperta della famiglia, è proprio riuscire a trasmettere l’idea che i genitori abbiano un ruolo fondamentale sulla salute psicologica dei propri figli, non soltanto su quella fisica.

Non voglio però parlare di responsabilità in assenza di consapevolezza, in quanto ciascuno di noi è responsabile di ciò che accade nella nostra vita e in quella nei nostri figli, nel momento in cui c’è una presa di coscienza. 

Per questo ci tengo a sottolineare l’importanza di una genitorialità consapevole e il clima di crescita che offriamo ai nostri figli. Compresi i luoghi, persone e situazioni ai quali li esponiamo.

Diamo valore a chi decidiamo di far stare accanto ai nostri figli! 

“Ogni genitore ha la capacità di far crescere il cervello dei propri figli e di influenzare il proprio futuro” (Suskind 2013).


Dott.ssa Sapucci Chiara
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