Pubblicato Mercoledì 9 giugno 2021
Sonno e depressione? meglio andare a dormire un'ora prima e svegliarsi un'ora prima
Uno studio condotto su un campione di 840 mila persone ci fornisce dei dati in più

Uno studio condotto da ricercatori dell’università del Colorado, del Massachusetts Institute of Technology e di Harvard, su un campione di 840mila persone, ha concluso che:
"Se una persona che ha l’abitudine di andare a dormire all’una ci va a mezzanotte e dorme lo stesso numero di ore (svegliandosi quindi un’ora prima), il rischio di sviluppare la depressione diminuisce del 23 per cento".
La notizia è stata riporata da molte testate giornalistiche e sarebbe il primo studio del genere che quantifica l’entità del rischio.
"I ricercatori hanno notato il 'punto medio' del sonno alle 3 del mattino, cioè un orario mediano tra l'ora dell'addormentamento e l'ora della sveglia, il che significa che le persone sono andate a letto alle 23 e si sono alzate alle 6 del mattino. Ogni punto medio del sonno anticipato di un'ora si è tradotto in un rischio inferiore del 23% di avere il disturbo depressivo maggiore. (ANSA).
Non è una novità che la quantità e la qualità del sonno possa influire sull'umore, ma un numero preciso rispetto al "rischio depressione" non era mai stato indicato.
Naturalmente si tratta di dati che non possono essere presi con rigidità, perchè ogni persona ha una propria "unica" situazione in cui influiscono molto fattori (psico-fisici, relazionali, situazionali) ma è comunque un segnale chiaro che arriva dagli studi scientifici.
Questa notizia appare un po' come la conferma di un'antica saggezza "popolare": andare a dormire presto e svegliarsi presto è molto più ricaricante (in senso positivo) che avere l'abitudine contraria: fare tardi la sera e svegliarsi tardi al mattino.
Lo studio ci dice ancor di più: riduce il rischio di depressione del 23%.
Forti di questo ulteriore tassello informativo, il messaggio è sempre più chiaro: il sonno influisce sullo stato emotivo e si possono mettere in atto una serie di azioni per migliorarne la qualità.
Il Centro Arbor Vitae mette in campo quotidianamente professionisti che si occupano dei disturbi del sonno, per persone di ogni età.
Le richieste sono aumentate negli ultimi anni, e in particolare in questo ultimo anno e mezzo di "emergenza sanitaria" in cui non poche persone hanno dovuto fare i conti con preoccupazioni e abitudine stravolte.
A lungo andare un sonno di troppe poche ore e disturbato, non sereno, influisce pesantemente sull'umore e si ripercuote sulla vita quotidiana. Permettere al nostro corpo e alla nostra mente di ricaricarsi.
Percorsi di psicoterapia, esercizi di rilassamento, mindfulness, training autogeno e altri percorsi (anche vissuti in modo integrato) sono tra le numerose vie che si possono percorrere per uscire da un sonno che non ci fa bene o che non ci basta.
Un buon sonno ristoratore è un diritto che dobbiamo riconquistare se in qualche modo lo abbiamo perso o ce lo hanno tolto.
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